Nel 2011 l’Italia ha avuto la più bassa raccolta di uva dal 1948, cosa che sarebbe stato meglio fosse avvenuta negli anni di crisi 2008/2009. Ma allo stesso tempo si conferma l’aggiornamento delle attività di esportazione cosa che si era delineata anche nell’anno 2010 Nel primo semestre 2011 l’esportazione di vini aumenta di circa il 16 percento rispetto all’anno precedente. I tassi di crescita più forti si sono registrati nelle esportazioni verso la Russia e la Cina, ma anche per il mercato USA si registra un incremento a due cifre dell’esportazione. Dopo la catastrofe di Fukushima pure il Giappone incomincia a riprendersi e nella Gran Bretagna l’Italia si è imposta al secondo posto come esportatore dopo l’Australia. Sul saturo mercato tedesco fino a Settembre 2011 l’Italia era riuscita a raggiungere un enorme incremento di fatturato dell’11 percento approfittando anche della bassa raccolta avuta in Germania nel 2010 – e se da una parte si registrava una stasi nelle vendite di vini stabili con un incremento di circa il cinque percento, i vini spumanti ed i vini da botte ottenevano un aumento del 30 al 33 percento.
Mentre nel 2010 il Paese ha potuto dar fondo a ricche scorte di magazzino, ora si ritrova con le cantine quasi vuote. I prezzi dell’uva sono aumentati velocemente a causa della combinazione di una forte riduzione della produzione ed una alta richiesta di uva. I tipi di uva più richiesti diventano più costosi del 30 fino al 50 percento.
Non tutti i prezzi devono salire
I produttori di vino che trattano esclusivamente uva di prodizione propria, sono naturalmente anche colpiti da una decimazione della produzione ma non dall’aumento dei prezzi delle uve. Essi se mai aggiorneranno i loro prezzi solamente al tasso di inflazione.
L’Abruzzo, la Puglia e la Sicilia sono le regioni più colpite per la riduzione del raccolto. „Sono in corso dei cambiamenti strutturali, poichè sono scomparsi dal commercio i tradizionali fornitori di vini a buon mercato. I prezzi base del vino di queste regioni sono aumentati del 30%“, dichiara Dr. Alexander Hofer, Amministratore Delegato della GIV Deutschland e responsabile per l’esportazione in Cina e in Gran Bretagna dei vini GIV. „Negli anni passati i prezzi del vino sono rimasti costanti e nonostante gli aumenti dei costi di produzione, se ci sono stati dei cambiamenti allora andavano solamente al ribasso. Il mercato internazionale deve ora affrontare una sfida importante poichè i prezzi dei vini subiranno in media un incremento del dieci percento.“
Chi non vuole raggiungere un accordo commerciale con i partner meridionali cerca la sua fortuna nel Veneto. Questa regione del Nord Italia dispone per la sesta volta della più grande quantità di vini in Italia. Denominazioni come Soave e Valpolicella non hanno avuto nessuna perdita di raccolto dell’uva: aumenta la richiesta, crescono i prezzi. Anche senza i nuovi arrivati che normalmente si servono della produzione del vino del Sud Italia, la spirale dei prezzi per i vini d’origine Prosecco, Valpolicella e Bardolino gira vertiginosamente verso l’alto. I vignaioli possono essere contenti ma un aumento significativo dei prezzi, significa secondo le leggi di mercato un fermo dei consumi che porta a sua volta ad una correzione dei prezzi ed il gatto si morde la coda. D’altra parte il mercato è diventato più imprevedibile.
„ In questa situazione è difficlile stabilire quali saranno le tendenze per il 2012“, dichiara lo specialista del mercato italiano Andreas Saffer Amministratore Delegato della Saffer GmbH di Monaco, che fornisce sia i rivenditori tedeschi che dell’Est Europa come anche la gastronomia ed il commercio specializzato. . „ Era chiaro che i prezzi sarebbero aumentati ma ciò è avvenuto velocemente. L’Italia meridionale ha vissuto un periodo in cui i suoi vini sono stati di moda, ma questa tendenza potrebbe cadere. Il Veneto ha una notevole spinta verso l’alto. Il buon rapporto tra prezzo e prestazione dei vini aromatici e abboccati viene valorizzato“. Alexander Hofer conferma la crescente popolarità dei vini veneti e vede anche il Sud Italia ancora al centro dei consumatori internazionali. „ Il mercato del Regno Unito, continua ad avere un debole tuttavia per il pinot grigio che corrisponde a circa il cinquanta percento delle importazioni italiane, seguito dal Prosecco e Soave. Anche Fiano si è imposto. Per quel che concerne i vini rossi dominano il Chianti seguito dai vini dell’Italia Meridionale e dal Montepulciano d’Abbruzzo. Gli Inglesi non hanno però un forte legame emotivo per l’Italia come i tedeschi. Essi comprono tutto ciò che è economico in quanto la tassa sull’alcool aumenta ogni anno. Attualmente l’Italia occupa il secondo posto nelle importazioni del Regno Unito, dopo l’Australia ma se per esempio il Cile nei prossimi anni dovesse offrire anche offerte vantaggiose questo andamento potrebbe cambiare.„
Anche nel 2012, l’industria del vino italiano occuperà ad ogni modo, piacevolmente, il padiglione Nr. 3 della ProWein, tanto più che la qualità della vendemmia dell’annata 2011 sorprende per la sua bontà. I produttori sapranno utilizzare la Fiera, in modo più intenso che in passato. Negli ultimi due anni essi hanno viaggiato, intensamente e come mai, in tutto il mondo per conquistare nuovi mercati d’esportazione. Essi non vogliono mantere solamente i loro contatti con i tedeschi, svizzeri, austriaci e commercianti del Nord Europa bensì approfittare delle chances offerte loro dall’incremento di visitatori specializzati provenienti dai Paesi sorgenti. A causa della continua diminuzione di consumo all’interno la speranza del settore vini italiani, si concentra ora intensamente ai mercati d’esportazione. Nel 2011, per la prima volta nella sua storia, l’Italia venderà all’estero più del cinquanta percento della sua produzione totale.
L’autrice Veronika Crecelius si occupa da più di 15 anni del mercato italiano del vino. Lei è stata redattrice della rivista „Der Feinschmecker“, autrice sotto contratto della rivista SZ, ha scritto articoli per le riviste „Essen und Trinken, Geo Saison, Merian, l‘ ADAC reisemagazin e molti altri Fin dalla fine del 2008 lavora come corrispondente per l’Italia della rivista Weinwirtschaft appartenente alla Casa Editrice Meininger Verlag e dirige seminari e degustazioni.
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